mercoledì 8 maggio 2013

La metallurgia medievale


La caduta dell’Impero Romano fu preannunciata da un graduale declino del potere centrale e dal conseguente  ridimensionamento dell’attività metallurgica e mineraria, iniziato nel III secolo d.C. È provato che la produzione del ferro ebbe a soffrire meno severamente di quella degli altri metalli perché arnesi come asce, coltelli, spade e  vomeri  erano sempre necessari, ed evidentemente le armi di acciaio suscitavano particolare apprezzamento . Dalla scarsità di informazioni sul rame e sul bronzo si può arguire che i turbamenti politici affrettarono la sostituzione di questi metalli da parte del ferro. 
Verso il nono secolo, col relativo cessare del caos politico, la metallurgia mostrò una certa ripresa, e cominciarono così a delinearsi alcuni aspetti che caratterizzarono quella medioevale:

 a) Nuove miniere e centri di fusione sorsero oltre i confini dell’ex Impero Romano.
 b) Una letteratura sull'estrazione mineraria e sulla metallurgia fu gradualmente creata, in un primo tempo per   l’applicazione dei metalli nell'arte e nella decorazione, successivamente per istruire l’ufficiale dell’esercito, l’ingegnere, il banchiere, il saggiatore e il fonditore.
 c)Ebbe inizio l’estrazione del carbone fossile, che venne ad essere usato su larga scala per alcune operazioni preliminari, sebbene le fusioni finali fossero ancora eseguite con carbone di legna;
 d) L’energia idraulica fu gradualmente applicata alla metallurgia e i mantici ,i magli e i mulini a pestelli idraulici sostituirono quelli azionati dall'energia umana e animale.



Se consideriamo i pochissimi testi antichi in cui sono trattati argomenti metallurgici, ci rendiamo conto della natura molto frammentaria delle nostre conoscenze. La più antica di queste fonti è costituita da un ricettario dell’ottavo secolo intitolato Compositiones ad tingenda musiva (Ricette per la colorazione dei mosaici) che tratta principalmente della lavorazione dei metalli.
Un altro testo importante è Il Mappae clavicula de efficiendo auro, ovvero “Chiave della formula per lavorare l’oro” che sembra risalire all'ottavo secolo. Si tratta di un altro manuale per la lavorazione di metalli e leghe per l’artista e l’artigiano che contiene ,inoltre, formule per leghe da usare come sostituti dell’argento e dell’oro.
 Il terzo manuale, De coloribus et artibus Romanorurn, ovvero “Delle pitture e delle arti dei Romani”, attribuito a Eraclio, contiene descrizioni relative all'affinamento dell’oro e dell’argento, all'amalgamazione, ai materiali per la saldatura di metalli diversi, alla fabbricazione di alcuni metalli e leghe in sottili lamiere, nonché le formule per tali leghe.
 Il quarto e più elaborato documento è il Diversarum artium schedula ( risalente al X secolo), ovvero “Saggio su varie arti”, di Teofilo, monaco probabilmente di origine greca stabilitosi in Germania.
 Gli argomenti che vi sono trattati sono numerosi. Per quanto riguarda la metallurgia dell’oro egli discute sulle varie qualità di questo metallo, sulla coppellazione e sull’amalgamazione, soffermandosi, inoltre, sulla fabbricazione dell’oro in foglie, di quello in polvere e di leghe simili. Tratta ,inoltre,dei materiali di saldatura per l’applicazione delle strisce di piombo sul vetro da cattedrale istoriato, degli attrezzi metallurgici e della loro costruzione, dell’affinamento e fusione dell’argento, della liquazione, della costruzione dei forni di coppellazione e della colorazione dell’oro in foglie. Oltre a tutto ciò ,Teofilo ci fornisce particolari circa l’estrazione del rame dai minerali raccolti in superficie, istruzioni per la costruzione di un forno a crogiolo per la fusione di piccoli quantitativi di rame e i metodi d’applicazione di pigmenti diversi su di esso.
 Una descrizione della fusione delle campane costituisce uno dei più importanti argomenti del suo libro che si sofferma anche su metalli come il ferro, lo stagno e l’ottone. 
Sebbene non si tratti di un manuale di metallurgia, essendo destinato ai decoratori ed ai costruttori ,questo volume ci fornisce un buon quadro della misura in cui le tecniche metallurgiche classiche sopravvissero.



                                                                 

                                                                                                            Diversarum artium schedula 
                                                                                                                                   

 Le nostre conoscenze sulla metallurgia medioevale derivano però principalmente dai ritrovamenti fatti negli antichi centri fusori, da dati economici e da tradizioni di epoche posteriori. In alcune regioni dell’Europa centrale, specialmente nella Foresta Nera e nello Harz, nella Sassonia e nella Boemia, nella Slesia e in Ungheria, le risorse a cui avevano attinto gli antichi fabbri erano ancora in attesa di uno sfruttamento più completo. Queste regioni erano ricche di legname e abbondavano ,inoltre, di torrenti e ruscelli montani in grado di fornire energia. Agli albori del Medioevo la graduale colonizzazione da parte dei coloni fiamminghi, tedeschi e francesi, fece di queste regioni la principale risorsa della metallurgia medioevale. Nel giro di pochi secoli i popoli germanici divennero gli specialisti minerari e metallurgici della loro epoca. 

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